Essendo io un abituale utilizzatore di monopattini elettrici voglio oggi condividere con voi alcune considerazioni in merito all’uso di essi nelle strade pubbliche.
Come abituale utilizzatore del monopattino, posso assicurarvi che non c’è niente di meglio che sentirsi liberi e liberati dalle preoccupazioni del traffico e dei parcheggi.
So che molti di voi come me sono entusiasti di utilizzare il monopattino elettrico per spostarsi in città. È un modo divertente e pratico per muoversi, ma è importante farlo sempre in modo sicuro e legale. Come abituale utilizzatore del monopattino, mi piace condividere alcuni consigli per un utilizzo corretto su strada.
Innanzitutto, credo sia fondamentale conoscere e rispettare le leggi locali riguardo l’uso dei monopattini. Ogni comune ha le proprie regole e restrizioni, quindi è importante informarsi prima di utilizzare il proprio monopattino. In generale, si consiglia di utilizzare i monopattini su piste ciclabili o su strade a bassa velocità, evitando le strade principali e le autostrade ma soprattutto evitare di viaggiare negli spazi dedicati ai marciapiedi i quali sono ad uso esclusivo dei pedoni. Il monopattino infatti è considerato al pari delle biciclette e pertanto va utilizzato mantenendosi ai lati della propria carreggiata.
E non dimenticate mai di indossare il casco, la sicurezza deve essere sempre la prima preoccupazione!
Ma oltre a seguire queste regole, è importante anche sapere come comportarsi di fronte all’uso non corretto dei monopattini da parte di altri utilizzatori. Purtroppo, ci sono sempre alcune persone che utilizzano i monopattini in modo pericoloso o irresponsabile. In questi casi, è importante mantenere sempre una distanza di sicurezza e seguire il codice della strada. Se notate comportamenti pericolosi, segnalateli alle autorità competenti.
In generale, l’utilizzo del monopattino può essere un’esperienza divertente ed emozionante, ma è importante sempre farlo in modo sicuro e rispettando le regole. Con questi consigli, potrete godervi al massimo l’esperienza del monopattino senza preoccupazioni.
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Il primo iPod di Apple è stato un vero e proprio game changer per il mondo della tecnologia e della musica. Con la sua capacità di immagazzinare fino a 5 GB di canzoni, questo piccolo dispositivo ci ha permesso di portare con noi la nostra intera libreria musicale ovunque andassimo.
Ricordo ancora il giorno in cui ho acquistato il mio primo iPod. Era il 2002 e avevo da poco iniziato la mia professione. Era un regalo per me stesso e non potevo credere alla quantità di canzoni che potevo tenere con me in un solo dispositivo. Era come se avessi una piccola jukebox sempre con me.
L’iPod ha anche segnato l’inizio di una nuova era per la musica. Prima dell’iPod, la maggior parte delle persone ascoltava la musica su CD o sui propri lettori MP3. Ma l’iPod ha reso la musica digitale accessibile a tutti, permettendoci di acquistare e scaricare canzoni direttamente dal nostro dispositivo.
Il giorno in cui Steve Jobs presentò il primo iPod al mondo è stato un giorno pieno di emozioni e nostalgia per me. Era il 23 ottobre 2001, durante un evento stampa tenutosi presso il California Theatre a San José, in California. L’annuncio è stato fatto insieme alla presentazione del nuovo sistema operativo Mac OS X 10.1 e di una nuova versione del software iTunes. Io ero collegato dall’Italia in diretta via satellite (le dirette streaming all’epoca erano ancora distanti dalla realtà!), ad assistere alla presentazione di questo dispositivo che avrebbe cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica per sempre.
Ricordo ancora l’entusiasmo nella voce di Steve mentre spiegava le caratteristiche dell’iPod, la sua capacità di immagazzinare fino a 1000 canzoni e la sua possibilità di essere sincronizzato con un computer tramite una porta FireWire. Era come se avesse creato qualcosa di magico, qualcosa che avrebbe cambiato il modo in cui le persone vivevano la loro vita quotidiana.
Ma ciò che mi ha colpito di più è stato il modo in cui Jobs ha presentato l’iPod come non solo un dispositivo tecnologico, ma anche come un’icona di stile. Ha sottolineato come il design elegante e minimalista dell’iPod lo avrebbe reso un accessorio must-have per chiunque fosse alla moda. E aveva ragione, perché ancora oggi, dopo anni, vedo persone con il loro vecchio iPod in mano e non posso fare a meno di sentire una punta di nostalgia per quegli anni in cui tutto era così nuovo ed emozionante.
Possiamo affermare che il primo iPod di Apple ha cambiato il modo in cui ascoltiamo e acquistiamo musica e ha segnato l’inizio di una nuova era per la tecnologia. Ancora oggi, dopo anni, mi emoziona pensare a tutte le canzoni che ho ascoltato attraverso quel piccolo dispositivo che ha cambiato il mio modo di vivere la musica.
In definitiva, quel giorno è stato un momento storico nella tecnologia e nella cultura pop. L’iPod è stato il primo passo verso un mondo in cui la musica digitale è diventata la norma e Steve Jobs è stato il visionario che ha reso tutto ciò possibile. Quel giorno rimarrà sempre impresso nella mia memoria come un momento emozionante e pieno di nostalgia.
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Il 19 marzo 2019 Elon Musk ha presentato Cybertruck, un pick-up dal design eccentrico, completamente elettrico, ultra resistente e dalle prestazioni di un’auto sportiva. Durante la dimostrazione della sue potenzialità però, non tutto è andato come avrebbe dovuto…
On March 19, 2019 Elon Musk introduced Cybertruck, an eccentric design, all-electric, ultra-durable and sports car performance pickup. During the demonstration of its potential, not everything went as it should …
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Il 24 gennaio 1984, l’ex CEO di Apple Steve Jobs presenta il primo Macintosh all’incontro annuale degli azionisti di Apple a Cupertino. Nasce così il nuovo e innovativo computer della Mela, che avrebbe dettato l’innovazione per anni. Video integrale dell’evento, con sottotitoli in lingua italiana.
On January 24, 1984, former Apple CEO Steve Jobs unveiled the first Macintosh at Apple’s annual meeting of shareholders in Cupertino. Thus was born the new and innovative Apple computer, which would dictate innovation for years. Full video of the event, with subtitles in Italian.
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L’unboxing del nuovissimo iPhone 12 Pro Max era davvero inevitabile.
E due unboxing contemporanei di due iPhone 12 Pro Max è quasi un evento unico al mondo e noi non potevamo tirarci indietro! 😉
Unboxing the brand new iPhone 12 Pro Max was really inevitable. And two simultaneous unboxing of two iPhone 12 Pro Max is almost a unique event in the world and we could not hold back! 😉
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SOUNDTRACK
“Cover” by Patrick Patrikios
“Find Your Way Beat” by Nana Kwabena
“No Starlight Dey Beat” by Nana Kwabena
“Timpani Beat” by Nana Kwabena
“Pretty Boy” by DJ Freedem
“Today’s Plan” by DJ Freedem
Il primo testdrive tutto italiano di Kugoo Kirin M4 Pro è puro divertimento!
Un ringraziamento speciale a SteGre per le novità tecnologiche che ci offre con i suoi immancabili dettagli tecnici.
Kugoo Kirin M4 Pro’s first all-Italian test drive is pure fun!
Special thanks to SteGre for the technological innovations that it offers us with its inevitable technical details.
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Se i tuoi suoceri, spaventati dalle notizie di controlli con i droni da parte della Polizia locale, decidono di trascorrere la Pasqua chiusi in casa invece di godersi il sole in giardino, lo scherzo è inevitabile! 🙂
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If your in-laws, frightened by the news of drone checks by the local police, decide to spend Easter indoors at home instead of enjoying the sun in the garden, the joke is inevitable! 🙂
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L’unboxing di Apple Pro Display XDR, il monitor più bello del mondo che un misterioso Corriere Espresso ci ha consegnato direttamente a casa! 🙂
Un ringraziamento speciale a MMN che ci ha concesso l’irripetibile esperienza di avere tra le mani il display più “cool” del mondo.
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The unboxing of Apple Pro Display XDR, the most beautiful monitor in the world that a mysterious Express Courier has delivered to us directly at home! 🙂
Special thanks to MMN who gave us the unrepeatable experience of holding the “coolest” display in the world.
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Sono nato e vivo a Bergamo.
Sono Bergamasco, mi sento bergamasco.
Parlo italiano, inglese ma sono immerso nel dialetto bergamasco.
Vivo nell’epicentro della più grande epidemia che l’Italia, l’Europa e forse il mondo intero abbiano mai dovuto affrontare dai tempi della peste. E tutto questo ci ha travolti in pochi giorni.
Le persone accanto a me cadono come mosche una ad una e le campane contano chi non ce la fa dalla mattina e la sera.
Il nostro mondo si è fermato. Attorno a noi è tutto così surreale… Strade vuote, negozi spenti e scuole chiuse ormai da 4 settimane. Centri commerciali che appaiono come cattedrali abbandonate nel deserto.
La tragedia vive negli ospedali. Medici, infermieri e aiutanti che non contano le ore private al sonno.
Il silenzio per strada è rotto solamente dal grido delle ambulanze, talvolta dagli elicotteri che volano sopra di noi in direzione del grande Ospedale di Bergamo.
Non si vede la luce in fondo al tunnel. I numeri sono impietosi e parlano chiaro: fino a quando non rimarrà tutto definitivamente fermo per almeno 15-20 giorni, non usciremo da questo incubo.
Da parte mia, come per tutti il lavoro è fermo. Non avremo di che sostentarci per chissà quante settimane, forse mesi.
Lo studio dove lavoro è chiuso e talvolta, se le leggi emanate di giorno in giorno lo permettono, vi faccio visita per i controlli di routine. Telecamere, server, connessione. Verso acqua alle piante, povere loro.
Poi esco e torno subito a casa. Lungo la strada non incontro nessuno. Ad aspettarmi una compagna, un cagnolino Jack Russell voglioso di correre nei prati e lui, il mio piccolo bimbo di 2 anni. Lui che non esce più di casa, non si reca dall’asilo nido da un mese e si chiede che fine abbiano fatto i suoi amichetti e le coccole della maestra.
I giorni passano, lenti e tutti uguali. Ho spostato a casa tutto ciò che mi era possibile muovere dallo studio, tutto ciò che mi permettesse di continuare a lavorare e di ultimare ciò che avevo in corso. Fortunatamente il lavoro non si è fermato del tutto e dopo aver allestito un piccolo studio nell’unica stanzetta di casa ancora poco utilizzata, ho potuto continuare fingendo che nulla attorno a noi fosse cambiato.
Bergamo è vuota. Mi sarebbe piaciuto poterla riprendere, magari con un drone. Qualcuno lo ha fatto ma disobbedendo alle attuali leggi. Così l’ingegno ha colto la palla la balzo. Essendo fotografo di Google, tempo fa Google mi diede accesso a Google Earth Studio (ne ho parlato in questo post) e questa mi è parsa una buona occasione per poterlo testare e scoprirne le potenzialità.
Il flusso di lavoro, che complessivamente ha comportato l’impegno di 1 settimana è stato suddiviso in:
Selezione dei punti di interesse geografici e storici
Posizionamento delle camere, inquadrature e punti luce del sole in Google Earth Studio
Animazione con keyframe
Rendering via web
Importazione nella timeline di Final Cut Pro X
Ricerca e selezione della traccia audio
Editing subordinato alla traccia audio e al testo scelto (una squisita dedica di Rudolf Von Klaus alla mia Bergamo)
Correzione colore
Applicazione di filtri cinema
Lensflare e bagliori in alcune scene
Nuvole volumetriche in alcune scene
Titolazioni
… e innumerevoli modifiche a seguire.
Il risultato è una dedica sincera per la mia città che mi auguro apprezzerete.
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I was born and live in Bergamo.
I’m from Bergamo, I am part of it.
I speak Italian, English but I am immersed in the Bergamo dialect.
I live in the epicenter of the largest epidemic that Italy, Europe and perhaps the whole world have ever had to face since the time of the plague. And all this overwhelmed us in a few days.
The people next to me fall like flies one by one and the bells count those who can’t make it from morning to evening.
Our world has stopped. Everything around us is so surreal … Empty streets, shops turned off and schools closed for 4 weeks now. Shopping malls look like abandoned cathedrals in the desert.
The tragedy lives in hospitals. Doctors, nurses and helpers who don’t count private hours of sleep.
The silence on the street is broken only by the screem of the ambulances, sometimes by the helicopters that fly over us in the direction of the great Bergamo Hospital.
We don’t see the light at the bottom of the tunnel. The numbers are pitiless and speak clearly: until everything remains permanently stopped for at least 15-20 days, we will not get out of this nightmare.
The work is stopped for everybody. We will have nothing to support ourselves for who knows how many weeks, maybe months.
The studio where I work is closed and sometimes, if the laws passed day by day allow it, I take a visit for routine checks. Cameras, servers, connection. To water plants, poor them.
Then I go back home immediately. On the way I never meet anyone. A partner is waiting for me, a dog Jack Russell eager to run in the meadows and him, my little 2 year old boy. He who no longer leaves the house, has not gone to the nursery for a month and wonders what happened to his friends and the teacher ‘s cuddles.
The days go by, slow and all the same. I moved everything that was possible to move from the studio home, everything that allowed me to continue working and complete what I had in progress. Fortunately, the work did not stop completely and after setting up a small study in the only little room in the house that was still little used, I was able to continue pretending that nothing around us had changed.
Bergamo is empty. I would have liked to be able to film it, perhaps with a drone. Someone did it but disobeying current laws. So the ingenuity took the ball. Being a Google photographer, long ago Google gave me access to Google Earth Studio (I talked about it in this post) and this seemed to me a good opportunity to be able to test it and discover its potential.
The workflow, which overall involved the 1 week commitment, was divided into:
Selection of geographical and historical points of interest
Positioning of cameras, shots and highlights in Google Earth Studio
Keyframe animation
Web rendering
Import the rendered files into Final Cut Pro X timeline
Search and select the audio track
Editing sub to the audio track and the chosen text (an exquisite Bergamo’s dedication by Rudolf Von Klaus)
Color correction
Application of cinema filters
Lensflare and flashes in some scenes
Volumetric clouds in some scenes
Titles
… and countless changes to follow.
The result is a sincere dedication for my city which I hope you will appreciate.