125 in autostrada: liberi tutti, ma siamo sicuri che sia una buona idea?
Da sabato 14 dicembre 2024, le moto e gli scooter 125 cc possono finalmente accedere alle autostrade e alle tangenziali. Una notizia che ha fatto saltare di gioia chi ha un mezzo leggero e, fino a ieri, doveva destreggiarsi tra strade secondarie e percorsi alternativi spesso più lunghi e stressanti. Ma, come si dice, non è tutto oro quello che luccica.
Cosa cambia con la nuova normativa.
Prima di questa modifica, il Codice della Strada vietava tassativamente ai motocicli sotto i 150 cc di mettere piede – anzi ruota – sulle autostrade. Ora invece, con il requisito di avere almeno 120 cc (6 kW per gli elettrici) e una patente adatta, anche i 125 cc possono godere del vento in faccia sulla A4 o la tangenziale di Milano. Tutto questo però con alcune limitazioni: serve essere maggiorenni o, in alternativa, avere almeno due anni di esperienza con la patente A1 o A2.
Una scelta di comodità o di sicurezza?
Diciamocelo, questa riforma ha il profumo della comodità, ma forse non è stata pensata fino in fondo per la sicurezza. Perché? Immaginatevi una bella giornata d’estate: voi, il vostro scooter 125 cc, e un’autostrada popolata da camion che sfrecciano a pochi metri di distanza. Tra vortici d’aria e differenze di velocità, non serve un esperto per capire che il mix potrebbe rivelarsi esplosivo.
La corsia di destra, quella destinata agli scooter, è infatti spesso territorio dei mezzi pesanti. Due categorie che, a lungo andare, sembrano destinate a non andare molto d’accordo. E non parliamo solo di urti (che già sarebbero un bel problema), ma anche di vento laterale, distanze di sicurezza spesso ignorate e sorpassi azzardati.
Tangenziali: un po’ più di senso, ma solo un po’.
Diverso il discorso per le tangenziali. Qui la velocità è più contenuta e la presenza di mezzi pesanti meno invasiva. Inoltre, difficilmente si percorrono lunghe distanze, il che riduce i rischi. Insomma, il compromesso sembra più ragionevole.
Un buon senso che traballa.
I sostenitori di questa riforma, come l’ANCMA e la Federazione Motociclistica Italiana, la definiscono un “intervento di buonsenso”. E lo è, per certi aspetti: semplifica la vita agli scooteristi, permette all’Italia di allinearsi con il resto d’Europa e offre nuove possibilità a chi usa questi mezzi per spostamenti quotidiani.
Ma il buon senso, per sua natura, deve tenere conto di tutti i fattori, compresi quelli meno piacevoli. E qui le criticità ci sono, eccome. Più mezzi in autostrada, più possibilità di incidenti, più rischi per i conducenti di moto leggere.
Prudenza, sempre.
Insomma, se avete un 125 e non vedevate l’ora di lanciarvi in autostrada, fatelo con la testa sulle spalle. Attenti ai camion, rispettate i limiti di velocità e tenete sempre un occhio agli specchietti. E magari, se potete scegliere, iniziate dalle tangenziali.
Perché sì, la libertà di movimento è fantastica, ma la sicurezza viene sempre prima. E su questo, credo, possiamo essere tutti d’accordo.
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