Discutendo di correzione colore durante un recente incontro tra professionisti, sono stato fortemente incuriosito dagli (inaspettati) elogi verso quelli che considero “miseri” ed “elementari” strumenti di correzioni in corredo a Final Cut Pro X.
Certamente, FCPX non è un software che fa del color correction e color grading la sua arma di forza e le caratteristiche che lo contraddistinguono (ce ne sono eccome) sono altre.
Tuttavia, i commenti positivi arrivavano da talune figure abbastanza credibili e affidabili, e ciò mi ha impedito di voler dissentire più del dovuto.
Qualche giorno più tardi, con questa pulce nell’orecchio, ho pensato di approfondire l’argomento e con mio sommo stupore ho dovuto constatare che – sebbene le applicazioni per la lavorazione appartengano ad un livello nettamente superiore – correggere degnamente colori, contrasti e saturazioni è possibile in FCPX in modo più che soddisfacente.
La gestione dei keyframe non è ancora integrata e ciò mi ha sempre provocato sdegno e orticaria ma in qualche modo la sua assenza è ammortizzata con l’uso delle maschere animate.
Il loro uso è semplice, immediato e soprattutto veloce.
Ecco un “demo” di alcune riprese aree girate qualche tempo fa con la 5D Mark II e registrate in formato compresso h264 e pertanto molto povere di informazioni su luci e ombre. Il risultato del trattamento è davvero stupefacente se considerata la pochezza dei parametri disponibili.
Ovviamente questo non cambia le mie precedenti teorie ma conferma ciò che ho sempre pensato: Final Cut Pro X è un ottimo prodotto poiché sfrutta l’enorme potenza racchiusa sotto il cofano del Mac (in tutte le sue varianti), una potenza inespressa da tutti gli altri software di video editing.
Ciò fa di FCPX un ottimo strumento per le “urgenze” in cui la qualità è legata a doppio filo con la “velocà di esecuzione”.
È chiaro invece che, laddove ve ne sia la possibilità, gli strumenti disponibili in altri pacchetti consentono un controllo maggiore, tempo e processori permettendo.