Tempo fa, mentre ero intento a pilotare il mio fidato DJI Mavic Pro 2, ho avuto un piccolo incidente. Niente di grave, per fortuna, ma un sensore posteriore del drone si è danneggiato. Il drone ha continuato a funzionare perfettamente e ho sempre rimandato la riparazione.
Così recentemente mi sono preso del tempo per inviare il drone all’assistenza DJI. Non era la mia prima volta con loro, e posso dire che avevo già avuto un’ottima esperienza in passato: servizio veloce, impeccabile e costi generali al di sotto delle mie aspettative. Questa volta, però, è stata davvero speciale.
Dopo aver accettato un preventivo di circa 100 euro, mi hanno offerto un buono sconto del 50%! Con una spesa di 50 euro, spedizioni comprese, ho accettato subito.
Ma la vera sorpresa sarebbe arrivata solo qualche giorno dopo, quando una gentilissima signorina dell’assistenza, chiamandomi dalla Germania, con tono preoccupato mi informava che, a causa di problemi tecnici interni, non sarebbero stati in grado di riparare il mio drone. La poveretta pareva molto dispiaciuta e con tono rammaricato mi proponeva l’impensabile: per scusarsi del disservizio DJI avrebbe sostituito la riparazione del Mavic Pro 2 con la consegna a domicilio di un suo gemello nuovo di zecca!
E così, in meno di una settimana, ecco il corriere con un DJI Mavic Pro 2 nuovo, sigillato nella sua confezione originale e pronto per volare.
Non potevo crederci! DJI ha dimostrato ancora una volta di essere una delle migliori assistenze con cui abbia mai avuto a che fare.
Un’esperienza incredibile che non potevo non condividere con voi!
Il 9 gennaio 2007, Steve Jobs salì sul palco del Macworld di San Francisco per presentare un dispositivo che avrebbe rivoluzionato il mondo. Un telefono, un iPod, un browser internet… ma soprattutto, un’illusione perfettamente orchestrata.
Perché sì, dietro a quella presentazione impeccabile si celava un segreto che oggi fa quasi sorridere: il primo iPhone non funzionava. O meglio, funzionava a patto di non fare nulla che non fosse già stato attentamente pianificato. Più che una dimostrazione tecnologica, sembrava una scena da prestigiatore: bastava un tocco fuori posto, e il trucco sarebbe stato svelato.
Il “percorso dorato”: una coreografia perfetta
Per evitare figuracce mondiali, gli ingegneri Apple prepararono per Jobs un “percorso dorato”, ovvero una precisa sequenza di tocchi e azioni da eseguire senza deviazioni. Perché? Perché l’iPhone del 2007 aveva il carattere di un adolescente ribelle: funzionava solo quando voleva lui.
Riprodurre una canzone? Sì, ma solo qualche secondo prima di crashare. Guardare un video? Certo, ma non troppo a lungo o il sistema collassava su se stesso. Navigare su internet? Magari, se il Wi-Fi avesse deciso di collaborare.
A proposito di Wi-Fi, la situazione era così precaria che Apple dovette truccare la rete: per evitare interferenze, gli ingegneri impostarono il router su frequenze non autorizzate negli Stati Uniti e collegarono l’antenna dell’iPhone a un cavo nascosto dietro le quinte. Insomma, più che un telefono wireless, sembrava un vecchio telefono fisso con l’illusione della mobilità.
La scommessa
Ora, chiunque con un minimo di buonsenso avrebbe detto: “Steve, aspettiamo qualche mese, miglioriamo il prodotto e poi lo presentiamo”. Ma Jobs non era uno qualunque. Sapeva che il tempismo era tutto. Apple doveva bruciare la concorrenza sul nascente mercato degli smartphone, e questo significava una sola cosa: presentare l’iPhone a gennaio, a qualunque costo.
Così, con una discreta dose di faccia tosta e un team di ingegneri probabilmente sull’orlo dell’esaurimento nervoso, Jobs portò a termine la sua magia. Nessuno si accorse di nulla. La gente applaudì, la stampa impazzì, la concorrenza iniziò a sudare freddo.
Il resto è storia
Quella che poteva essere una catastrofe si trasformò in una delle presentazioni più iconiche di sempre. E mentre oggi siamo abituati a keynote iper-prodotti e senza sorprese, nel 2007 la posta in gioco era altissima. Se l’iPhone si fosse bloccato in diretta mondiale, Apple avrebbe perso credibilità e forse la rivoluzione degli smartphone sarebbe iniziata in modo diverso.
Invece, la scommessa pagò.
Il primo iPhone arrivò nei negozi sei mesi dopo, funzionante per davvero, e cambiò per sempre il nostro modo di usare la tecnologia.
Morale della favola? A volte per fare la storia basta una buona idea, una presentazione impeccabile e… un cavo ben nascosto dietro le quinte.
Sono trascorsi 11 anni da quel fatidico 9 gennaio 2007 in cui Steve Jobs presenta iPhone al Moscone West di San Francisco. Un evento che rivoluzionerà per sempre il mondo della telefonia e dell’informatica e che voglio ricordare con questo video integrale dell’evento, tradotto da me personalmente in lingua italiana.
Una fatica che spero possa far rivivere anche a chi non è pratico della lingua inglese, quei brividi che “noi” proviamo ogni volta che lo rivediamo.