Final Cut Pro 11 ai tempi dell’AI

Final Cut Pro 11 ai tempi dell’AI

Lo so, nel mio blog tratto un po’ di tutto, dalla quotidianità spicciola alle riflessioni più profonde, passando per aneddoti divertenti e lampi di genio (o presunti tali). Ma ogni tanto la mia passione per il lavoro che faccio, quello di comunicare attraverso immagini e video, prende il sopravvento. Spero che questi post non vi annoino troppo! Prometto, come sempre, un tocco di ironia per addolcire la pillola.

Oggi parliamo di Final Cut Pro 11, il nuovo aggiornamento del software di editing video di Apple.

Perché? Beh, quando un colosso come Cupertino decide di calare l’asso, chi ama lavorare con immagini e suoni non può far altro che prendere appunti (e magari sborsare qualche euro, ma di quello ne parliamo dopo).

Novità succulente: il futuro dell’editing è già qui

 

 

Tra le chicche introdotte da Final Cut Pro 11, spicca la Magnetic Mask, che isola persone e oggetti nei video senza bisogno di green screen. Immaginate di poter dire addio a ore di rotoscoping: un sogno che si avvera! Ora posso far sparire colleghi indesiderati dai video aziendali… sempre che il loro ego consenta un effetto speciale così invasivo.

 

 

Un’altra novità da urlo è Transcribe to Captions, che genera automaticamente sottotitoli direttamente nella timeline. Finalmente non dovrò più scrivere manualmente ogni parola detta durante le interviste. (E credetemi, non tutti parlano con la chiarezza di un Morgan Freeman in voice-over!)

 

 

E poi c’è il supporto per i video spaziali, in vista del lancio di Apple Vision Pro. L’idea di poter modificare video 3D e giocare con la profondità mi entusiasma. Ma, diciamocelo: riuscirò mai a convincere i miei clienti che un video “spaziale” è ciò che manca alle loro strategie di marketing? Ai posteri l’ardua sentenza.

E il lato mobile?

 

 

Per chi vive di multitasking (e di caffeina), le novità per iPad sono manna dal cielo. Tra le più interessanti c’è Enhance Light and Color, che trasforma anche il video più sbiadito in un capolavoro cromatico con un solo tocco. È praticamente il filtro Instagram che mancava alla mia timeline professionale.

 

 

Anche la Apple Pencil ha ricevuto qualche coccola: ora offre feedback aptico durante il montaggio. Finalmente una soddisfazione fisica tangibile mentre sposto clip a destra e sinistra cercando di raggiungere la perfezione.

Un pizzico di musica con Logic Pro

 

 

Non ci fermiamo al video: anche Logic Pro ha ricevuto aggiornamenti succosi, tra cui il plug-in Quantec Room Simulator. A chi non sogna di aggiungere un riverbero leggendario ai propri mix? (Spoiler: io lo sogno. Spesso.)

Un software che costa, ma promette di brillare

Parliamoci chiaro: la qualità ha un prezzo. E Apple lo sa bene. Final Cut Pro 11 per Mac vi costerà la bellezza di 349,99€(gratis se avete già una versione precedente). Per iPad, invece, vi toccherà pagare un abbonamento mensile. La buona notizia? La versione per iPhone è gratis. La cattiva notizia? Vi serve un dispositivo all’ultimo grido per farla funzionare.

Considerazioni finali (ognuno la pensi come vuole…)

Final Cut Pro 11 e gli altri aggiornamenti Apple sono un balzo avanti per chi lavora nell’industria creativa. Ma ammettiamolo: per sfruttarli al meglio ci vogliono tempo, pazienza e… un budget che non faccia piangere.

Quindi, cari lettori, se vi siete sentiti sopraffatti dal tecnicismo, niente paura! Tornerò presto con aneddoti più leggeri. Ma se, come me, amate queste chicche da nerd creativo, non c’è dubbio: il futuro dell’editing video è sempre più wow. E un po’ più caro.

Designed by Apple in California

Che altro dire che Jony Ive non dica in questo stupendo video?

 

 

All I want for Christmas

E come ogni anno, ecco la mia “fatica” natalizia, ovvero il biglietto d’auguri dello studio. Che ovviamente replico anche qui!
Buone feste a tutti! 🙂

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Goodbye Aperture

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Era il lontano 2005 quando arrivò come un fulmine a ciel sereno. Così inaspettato – in termini di funzionalità – che la difficoltà più grande fu quella di capirne la concettualità su cui si basava ancor prima di imparare ad usarlo concretamente.
Il versioning, l’approccio al RAW con la facilità del Jpeg, le modifiche non distruttive, la correzione di gruppo e lo stack: Aperture portò con sé una ventata di novità così potente da lasciare alle spalle panico e sconcerto, specialmente ai diretti competitor (leggi: Adobe) i quali impiegarono non meno di due anni prima di riuscire ad accendere le proprie fotocopiatrici ed avviarsi alla copia carbone mal riuscita di ciò che avrebbe altrimenti potuto causare loro grandi grattacapi.

Ma purtroppo la storia ci dimostra che non sempre le ciambelle escono col buco. E infatti, dopo la prima a tratti complicata release, i piani alti di Cupertino decisero di radere al suolo l’intero team di sviluppo e dare le chiavi alla squadra di Motion e Shake per il restyling della versione 2.0 la quale non si fece attendere troppo con l’interfaccia così migliorata e semplificata da far innamorare migliaia di utenti, compreso il sottoscritto.

La concorrenza sempre più agguerrita e lotte interne ostacolarono la crescita di quello che sarebbe dovuto essere e rimanere il leader nel settore. La nostra “camera oscura digitale” venne così aggiornata nel 2010 per la terza volta con poche novità, rappresentate da povere e contraddittorie funzioni di condivisioni “social” che poco avevano a che fare con la fascia professionale verso la quale Aperture era stato originariamente pensato.

aperture_boxAdobe, con un Lightroom sempre più potente e ben integrato al resto della famiglia di prodotti non concesse spazio agli avversari. Complice la presenza in entrambi gli ambienti Mac e PC e la facile reperibilità attraverso vie non sempre legali, esso convinse sia l’amatore che il professionista.

La storia di Aperture si conclude con pochi, sparuti aggiornamenti centellinati qua e là nel corso degli ultimi 3 anni, fino ad oggi, giorno in cui Apple dichiara ufficialmente “chiusa” ogni attività di sviluppo. Oggi la rivoluzione dei device tascabili miete un’altra vittima a favore di “App” più semplici e minimaliste: con l’imminente uscita di OSX Photos il prossimo settembre c’è da supporre quindi che nemmeno il fratellino iPhoto stia passando notti tranquille.

E a noi che da tempo siamo migrati al Camera Raw multiscatto di Adobe (così mi piace chiamare l’odiato Lightroom) non resta che dedicare l’ultimo post a colui che ci ha risparmiato ed evitato intere nottate nel correggere migliaia di scatti, uno ad uno aprendo, correggendo e salvando.
Aprendo, correggendo e salvando.
Aprendo, correggendo e salvando.
Aprendo, correggendo e salvando.

Addio Aperture e grazie per tutto il pesce!