Se casco, targa e assicurazione vi sembrano il funerale dei monopattini, beh, mettetevi comodi: il corteo funebre è già in strada. Anzi, potrebbe essere rallentato da un paio di monopattini parcheggiati in mezzo alla pista ciclabile.
Devo dirlo, questa questione mi tocca da vicino. Sono un orgoglioso proprietario di lunga data di un monopattino. Pensate che sono stato un “precursore” sin dal 2004, quando ho acquistato uno dei primi monopattini elettrici in commercio, con batterie che duravano a malapena il tempo di un giro dell’isolato. Negli anni, ho realizzato vlog dedicati ai modelli più aggiornati fino al 2022 e, sebbene ne possieda ancora uno, ahimè, ormai lo utilizzo solo durante le vacanze al mare. Ora, con queste nuove regole all’orizzonte, sono davvero indeciso su cosa farò nel futuro immediato.
È un peccato, lo ammetto. I monopattini elettrici sono stati per anni il simbolo della libertà urbana, il mezzo di trasporto per eccellenza di chi voleva sentirsi sostenibile, smart e un po’ ribelle. Li vedevi sfrecciare ovunque: sui marciapiedi, in contromano, tra i tavolini dei bar. Una rivoluzione su due ruote, che spesso dimenticava le regole basilari del vivere civile.
Ora, però, la festa sembra finita. Casco obbligatorio, targa e assicurazione sono le nuove regole del gioco, e per molti suonano come un epitaffio. Ma siamo sicuri che sia davvero così?
La rivoluzione… disciplinata.
L’idea di salire sul monopattino senza pensieri è sempre stata il suo fascino più grande. Lo prendi, parti e via, senza troppi fronzoli. Ma è proprio questa semplicità che ha portato a problemi non indifferenti: incidenti, parcheggi selvaggi, comportamenti pericolosi. Insomma, la libertà ha un prezzo, e spesso lo paga qualcun altro.
Le nuove norme mirano a risolvere questi problemi, rendendo i monopattini più sicuri e integrandoli meglio nel traffico cittadino. Certo, per chi li usava solo per un giretto occasionale o per andare in ufficio, queste regole potrebbero sembrare un deterrente. Casco? Ma non è che mi spettino? Assicurazione? Ma allora tanto vale prendere una macchina!
Un nuovo capitolo
Eppure, proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Queste regole potrebbero portare a un’evoluzione del monopattino, trasformandolo da mezzo di trasporto improvvisato a una soluzione di mobilità più seria e rispettata. Magari, con il tempo, vedremo meno parcheggi selvaggi e meno incidenti. E forse, dico forse, smetteremo di odiarli.
Le aziende di sharing, dal canto loro, dovranno adattarsi. I costi aumenteranno, certo, e probabilmente alcuni utenti occasionali spariranno. Ma chi davvero crede nei monopattini come alternativa di mobilità potrebbe apprezzare la maggiore sicurezza e l’ordine che queste regole promettono di portare.
È davvero un funerale?
Forse non è un funerale, ma una rinascita. Un addio al monopattino selvaggio e un benvenuto al monopattino responsabile. Certo, ci mancherà un po’ quel caos colorato e improvvisato che aveva reso le nostre città così… particolari. Ma chi lo sa? Magari, tra qualche anno, guarderemo indietro e ci chiederemo come abbiamo fatto a vivere senza casco, targa e assicurazione.
Sono un grande appassionato di due ruote fin da quando ne ho memoria, e oggi voglio raccontarvi di un desiderio che mi accompagna da un po’: tornare a guidare uno scooter dopo molti anni lontano dal mondo delle due ruote.
Sì, avete letto bene: uno scooter, e non una moto sportiva, che è stata la mia fedele compagna di avventure fin da ragazzo.
Ma perché questo cambiamento?
Le motivazioni sono diverse e, in parte, legate alla mia età. Ho recentemente compiuto 45 anni, e non mi sento più del tutto a mio agio su una moto sportiva, con la sua posizione di guida meno confortevole e una maneggevolezza che richiede sempre molta attenzione. Inoltre, il traffico cittadino è sempre più caotico e trovare parcheggio una vera impresa quotidiana.
Lo scooter mi sembra un’opzione decisamente più pratica, maneggevole e adatta alle mie necessità quotidiane.
Inoltre, c’è la mia crescente curiosità verso i veicoli elettrici. Da tempo ho sviluppato una sensibilità per l’ambiente e l’efficienza energetica, e l’idea di uno scooter silenzioso, pulito e conveniente mi affascina molto. Ho scoperto che esistono modelli elettrici da 11 kW che, in base alla legge italiana, possono circolare anche su tangenziali e autostrade, rendendoli versatili per gli spostamenti sia in città che su tragitti più lunghi.
Navigando sul web, ho trovato due modelli che mi hanno colpito: l’Hurba Street Raptor 300S e il Jonway MJS-E Sport.
Vediamoli insieme.
Hurba Street Raptor 300S
L’Hurba Street Raptor 300S combina uno stile moderno con linee eleganti e aerodinamiche, completato da un faro a LED. È alimentato da un motore brushless da 11 kW, con tre modalità di guida: Eco, Normal e Sport. La modalità Eco ottimizza automaticamente il consumo della batteria, offrendo un’autonomia fino a 165 km con una sola ricarica. Il tempo di ricarica è di circa 6 ore tramite una normale presa domestica.
Per quanto riguarda la sicurezza, lo scooter è dotato di freni ABS anteriori e posteriori, oltre a un cruscotto digitale con display LCD. Include anche un bauletto spazioso e un cavalletto laterale e centrale. La velocità massima è di 110 km/h, con un’opzione che arriva a 130 km/h nella versione Sport. Il prezzo? 7.450 euro.
Jonway MJS-E Sport
Jonway è un marchio cinese noto per i suoi scooter elettrici e ibridi. Il modello MJS-E Sport è un maxi scooter sportivo con un motore da 11 kW che raggiunge una potenza massima di 15 kW. La sua batteria integrata da 72V 60Ah si ricarica in sole 4 ore e garantisce un’autonomia di circa 140 km.
Questo scooter offre funzioni avanzate come il cruise control, il sistema keyless, un display LCD, e monta ruote da 14 pollici. Il design è pensato per gli amanti delle prestazioni e del comfort su strada.
Quale scegliere?
Entrambi i modelli mi sembrano ottime scelte, ma non ho ancora deciso quale acquistare.
Mi attrae il design italiano dell’Hurba Street Raptor 300S, ma anche la velocità del Jonway MJS-E Sport.
Mi piace l’autonomia dell’Hurba, ma trovo interessante il prezzo competitivo del Jonway.
Apprezzo il sistema ABS dell’Hurba, ma anche le modalità sportive del Jonway mi intrigano.
Voi cosa ne pensate? Avete esperienze o suggerimenti da condividere? Scrivetemi nei commenti!
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