Stefano Giambellini’s

Thoughts and Stories

Paper Planes

Italiano    English    Español

Ed eccolo qui, il video di Paper Planes, il singolo apripista dell’omonimo album degli Hobos in Dust.
Lo abbiamo girato presso la rocca di Bergamo Alta in un freddo pomeriggio di febbraio.
L’idea di base è semplice e non del tutto nuova: realizzare un unico lungo piano sequenza in slowmotion ma con il labiale del cantante, sincronizzato alla voce.
Per farlo, Danilo e il resto del gruppo hanno cantato e ritmato la canzone riprodotta a velocità doppia. La macchina da presa nel frattempo ha registrato tutto al doppio dei fotogrammi (50 fps per intenderci).
Successivamente in fase di montaggio, la velocità è stata riportata alla normalità, dando l’effetto che potete vedere nel video.
Realizzare questo video è stato davvero divertente sebbene durante il paio d’ore di ripresa i ragazzi si siano fatti una tremenda opinione del sottoscritto, sempre pronto a sgridarli ad ogni occasione (telefonini accesi e squillanti compresi!).

Gli Hobos in Dust sono al lavoro sul loro secondo album in uscita a breve. Per realizzare questo progetto si sono affidati Musicraiser: chi contribuirà economicamente alla concretizzazione di questo progetto verrà ricompensato con una moltitudine di materiale inedito della band: CD, magliette e concerti su richiesta.

Bravi Giorgio, Danilo, Paolo e Nicola, vi auguro un grande futuro nel mondo della musica!

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More Stories

Il naso di Voldemort

Perché Voldemort non ha il naso? E altre domande inevitabili dopo la centesima visione.

125 in Autostrada

Dal 14 dicembre 2024, moto e scooter 125 cc possono circolare in autostrada, ma la nuova norma solleva dubbi sulla sicurezza.

Smartphone e Minori

Smartphone e ragazzi: riflessioni personali su una sfida moderna tra regole, tecnologia e futuro.

Fotografare la magia del Natale

Natale è quel periodo dell’anno in cui il tuo telefono si riempie di foto, ma poi, diciamocelo, quante ne vale davvero la pena rivedere?